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Nella simbologia del colore la realtà autentica della natura
Teodosio Martucci ( storico dell'arte)
Affermava il sensibilissimo critico d’arte Berenson che l’espressione artistica non era altro che una straordinaria intensificazione spirituale di quanto la natura visibilmente presenta allo sguardo puro, disinteressato. Una premessa, questa, che sembra introdurre congruamente nella ricerca pittorica di Mauro Carbonetta. Il suo orizzonte di confronto è l’infinita dimensione del paesaggio, come anche l’approfondimento costante del tema della “ Natura Morta”. Ad un primo, immediato contatto con il dipinto, si intuisce la chiarezza dell’immagine, lo spirito di una pittura che manifesta con nitidezza i motivi ispiratori della sua indagine sul reale. Il pittore fa riferimento ad una attenta interpretazione figurativa di respiro naturalista. Le astrazioni intellettualistiche, le simbologie ermetiche sono, per fortuna, estremamente distanti dalla sua pittura. In essa l’elemento fondamentale è la sensibile articolazione della forma, che si evince nello studio calibrato dei volumi, negli accostamenti delle masse cromatiche che, particolarmente, valorizzano sul piano compositivo le sue “Nature Morte”. In esse l’artista esprime la forza della sua fantasia che si enuclea nell’intensità della sintesi espressiva. Nei suoi dipinti i dettagli superflui, tutto quanto può oscurare la chiarezza plastica della composizione viene eliminato. Carbonetta dipinge con serenità d’impulso e ricchezza di stimolo creativo. Il fermento dei suoi pensieri, delle emozioni, dei sogni si stempera e definisce nell’equilibrio cromatico, nell’incisività del segno. Le sue forme vengono realizzate tramite schemi elementari e lucidi che poi vengono vivificati dall’azione modellante del colore che imprime in essi il suggello vigoroso della luce. Un colore che nella limpida simbologia visiva di Carbonetta non è solo fattore di analisi naturalistica, ma costruzione dell’immagine, lievito plastico della sua carica espressiva. Le tonalità rosse, azzurre, arancio, sono quelle con cui maggiormente il pittore entra in poetica confidenza e che si amalgamano in intensi contrasti. Una pittura di memoria e di osservazione, quella che si deduce dal dipinto di Carbonetta. In essa realtà e sentimento si compenetrano in maniera equilibrata. Le sensazioni percettive si trasformano in dialoghi pittorici fra il mondo interiore dell’artista e la realtà che lo circonda. Senza inutili esasperazioni, senza fughe “allucinatorie” il pittore penetra nella poesia dell’esistenza quotidiana, la trasfigura nel linguaggio specifico della pittura che essenzialmente è fatto di linee, piani, masse e colori. Un aspetto, questo, molto spesso trascurato da artisti che ritengono l’arte costituita da teorie. Al contrario essa nasce solo dalla piena consapevolezza culturale ed espressiva dei mezzi che le sono propri. Un atteggiamento che nel dipinto di Carbonetta si intuisce in modo esemplare e che caratterizza in profondità la natura poetica della sua immagine pittorica. La sua riflessione visiva evidenzia anche la struttura primaria del disegno che costituisce l’ossatura ispirativa su cui poi le impressioni sensibili si trasformano in brani di pura pittura. Una pittura che esprime con accenti intensamente evocativi la magia di un paesaggio, la solitudine di un casolare, o il profilo di una ragazza. Le sue pennellate sono fluide, intense e modellano con duttilità la forma, ne spengono ogni rigidità di volume. La creativa indagine di Carbonetta contribuisce a riconciliare l’uomo con la natura, a ritrovare all’interno della realtà, delle sue illimitate dimensioni le sorgenti della autentica crescita spirituale. Un compito al quale la pittura di Carbonetta si attiene con spontaneità d’animo e coerenza di stile. Su questi presupposti la pittura dell’artista non mancherà ulteriormente di affinare lo spettro delle personali emozioni per reinventarle in limpidi pensieri di forma e poetico colore.